Lasciate le sontuose stanze, gli affreschi e la stupefacente sala della musica di questa villa cinquecentesca, mi metto nuovamente in viaggio. Direzione H-Farm! Tornare a raccontarvi questa Astra è in realtà un piacere, perché, nonostante le case stiano lentamente sostituendo questo tipo di auto con una sempre maggior offerta, nel segmento dei SUV, posso dire di essere ancora un grande amante delle station wagon. Sarà perché con queste auto ci sono cresciuto, sarà perché le trovo funzionali e capienti, ma le station hanno un posto speciale nel mio cuore di appassionato e sembra che non sia il solo a pensarla così. Pensate che l'Italia è ancor oggi uno dei principali mercati per questo modello, insieme a Germania e Regno Unito. Insomma la station, a noi, “ci piace” ancora e questa Astra ha saputo decisamente sorprenderci.

Prendete, ad esempio, le sue forme. La nuova Astra, è lunga come il modello che è andata a sostituire, ma, grazie ad un piccolo miracolo compiuto dagli ingegneri che l’hanno progettata, è riuscita a diventare ancora più spaziosa, al suo interno. Dietro c'è un bel po’ di posto in più per le gambe e il bagagliaio ha guadagnato la bellezza di 80 litri: quello che ci vuole quando si ha voglia di caricare all’inverosimile.

Non sono gli spazi, tuttavia, l’ambito in cui questa Astra dimostra di essersi evoluta maggiormente. Ciò in cui il suo DNA sembra essere maggiormente “mutato” è nella dotazione tecnologica. Oltre all’OnStar, che abbiamo già avuto modo di provare alla grande, durante il nostro viaggio, la nuova Astra mette a disposizione del guidatore i fari IntelliLux, i primi full led a matrice visti su un'auto di questa fascia di mercato. Assieme a loro c’è il cruise control, che purtroppo non è ancora adattivo, ma in compenso c’e l'Opel Eye: una sorta di occhio elettronico intelligente che vigila sempre sul nostro viaggio, come un angelo custode, e permette di godere di un monitoraggio costante della distanza di sicurezza, del riconoscimento automatico dei segnali stradali, ma anche della frenata automatica di emergenza e del segnalatore di abbandono involontario della carreggiata.

Nonostante le quattro ore di viaggio, il tempo è volato. Davvero comoda questa Astra per chi deve guidare tanto, magari per lavoro, magari proprio sulla A4, come noi, tra Milano e Treviso. È dalle parti di Roncade, infatti, che termina il nostro itinerario. È qui che il campanile di San Marco, nei giorni più tersi, svetta in lontananza dai piani alti della sede di H-Farm, un luogo che ha fatto dell’evoluzione - nel senso di continua ricerca, di innovazione - il cuore del suo business. Il vecchio granaio un tempo ospitato tra queste mura è, ora, il luogo in cui trovano posto alcune delle start-up più promettenti del nostro Paese e, nelle cui vicinanze, una in particolare è riuscita a mettere le radici.

Clicca sul video e spostati con il mouse per vedere a 360° gli interni della Opel Astra Sports Tourer. Se hai uno smartphone o un tablet, per godere pienamente dell'esperienza apri il video nell'app di Youtube cliccando qui.

Un vialetto tra i campi collega, infatti, la sede di H-Farm a quella di H-Art, azienda partner nello sviluppo dei nostri portali, meta finale del nostro viaggio all’insegna del cambiamento. Saranno proprio i ragazzi di H-Art ad aggiornarmi sulle più recenti novità nella gestione degli strumenti informatici che quotidianamente adoperiamo per consentirvi di leggere i nostri articoli. Un lavoro che richiederà sicuramente una buona dose di concentrazione e che potrebbe durare anche fino a tarda sera. È vero, poi avrò ancora un un bel po’ di strada da fare per tornare a casa, ma almeno so fin da ora di poter contare su di una fedele compagna di viaggio.

Capitolo 2 Una macina chilometri
Opel Astra Sports Tourer - Un po' di futuro è già qui