Io e Astra abbiamo quasi la stessa età e potrei dire, almeno in un certo senso, di essere cresciuto assieme a questa auto. Ricordo ancora molto bene quando, da bambino, salivo su quella del mio papà. Era un modello di prima serie, forse del 1994. Una station di colore verde, semplice ma robusta. Direi indistruttibile, a giudicare da quello che ha dovuto sopportare durante i lunghi, massacranti, viaggi estivi, sotto le grinfie mie e dei miei fratelli. Sono passati più di vent’anni da quei viaggi e, nel frattempo, Astra è arrivata alla sua quinta generazione. Ogni volta che la vedo, oggi, mi meraviglio di quanto sia cambiata da allora.

So a cosa state pensando: questo vale per tutte le auto prodotte negli ultimi 30 anni - e c’avete pure ragione. Astra, però, è riuscita ad evolvere anche rispetto a sé stessa, anche rispetto a ciò che ha sempre rappresentato. Se un tempo il suo nome significava soprattutto spazio e concretezza, oggi, vuole dire qualcosa di più. Con l’arrivo della quinta generazione, Astra è diventata sinonimo di stile, di tecnologia: un’auto un tempo votata alla praticità è ora un prodotto maturo, una vettura ricca di contenuti visti, fino ad ora, soltanto su modelli di segmento superiore.

Ed è proprio in uno dei luoghi che meglio di qualunque altro, nel nostro Paese, è in grado di rappresentare il concetto di evoluzione, che andremo a bordo di una Astra Sports Tourer. In sua compagnia faremo visita, infatti, ad H-Farm, un tempo vecchia tenuta agricola, oggi il più avanzato tra i poli tecnologici di innovazione digitale in Italia.

Lo stesso luogo in cui ha sede anche H-Art, partner nello sviluppo di automoto.it, l’azienda presso cui mi sto recando per un corso di aggiornamento sulla gestione dei nostri portali. Un viaggio perfetto per concedersi una bella deviazione, nel cuore della pianura veneta.

Capitolo 2Una macina chilometri
Opel Astra Sports Tourer - Una macina chilometri