C'era una volta l'utilitaria. Pratica, semplice. Tutta razionalità e concretezza. Oggi però il mondo è profondamente cambiato. A tal punto che c'è chi ha pensato di trasformare una semplice citycar - oggi le chiamiamo così - in un'auto di lusso fatta e finita.

 

L'ho scoperto quando ho incontrato per la prima volta la nuova Mazda2. Che quelli di Mazda fossero sempre stati un po' fuori dal coro lo sapevo già (chi si ricorda il mitico Wankel?). Ma non fino a questo punto. I giapponesi infatti per creare la loro nuova citycar hanno fatto il percorso inverso. Invece di "togliere", come si fa di solito con le auto più piccole e semplici, hanno deciso di "mettere" tutto quello che si poteva.

In pratica non hanno fatto altro che prendere la loro ammiraglia, la Mazda6, e rimpicciolirla. Senza però rinunciare a nulla. Né dal punto di vista del design, né della qualità, ma neppure per quanto riguarda tecnologie, equipaggiamenti e innovazioni tecniche. Il risultato è un'auto nobile, nonostante le dimensioni e, di fatto, unica nel suo genere. Una vera e propria Regina nel mondo delle citycar.

Quando guardo la nuova Mazda2 non vedo semplicemente un'auto. Ma la storia di una riscossa. Di una rinascita. Quella di Mazda, che da quando è tornata ad essere un marchio indipendente, ha ritrovato il gusto delle sue origini squisitamente giapponesi. E lo ha fatto prima di tutto attraverso il nuovo Kodo Design, plasmato da Ikuo Maeda, capo del design Mazda e figlio d'arte (suo papà, Matasaburo Maeda ha disegnato la RX-7!).

 

Uno stile che ha ridato un'identità nuova al marchio Mazda, decisamente più ricercata, e che ho ritrovato per filo e per segno anche sulla piccola Mazda2. Gli stilisti dicono di essersi ispirati alla possente muscolatura dei felini, immortalata nell'istante esatto che precede lo scatto per inseguire la preda. I muscoli sono in tensione massima, ma le forme rimangono sinuose e sempre aggraziate. Direi quasi musicali. E tutto questo vale per la Mazda6, allo stesso modo che per la Mazda2.

Mazda è come se stesse vivendo una seconda giovinezza. E lo scopro ogni volta che mi ritrovo seduto all'interno di Mazda2. Sfido chiunque a trovarmi una citycar di questa taglia con degli interni così curati. E soprattutto con questa qualità, che rimane il vero tallone d'Achille per l'abitacolo di quasi tutte le "piccole". Proprio come sulla Mazda6, la pelle dei sedili è morbidissima, con sfiziose cuciture a vista. Il design non è mai scontato. Guardate quella bocchetta di ventilazione che sembra l'occhio di un Ciclope, la trovo fantastica. E poi le plastiche sono belle da vedere e da toccare, cosa più unica che rara per una citycar. Tutto è dove te lo aspetteresti. I sedili, sono ampi, mi fanno stare comodo. Se chiudo gli occhi sento che potrei essere quasi su un piccolo SUV. Magari su una più generosa CX-5. Perché su Mazda2 il mio lungo viaggio si è trasformato in un'esperienza da ricordare più che in una fatica da dimenticare.

I costruttori di automobili di solito riservano le tecnologie più avanzate per i modelli di punta. Poi, con il passare degli anni, le innovazioni arrivano a cascata sul resto della gamma. Bè questo sarà vero per tutti gli altri, ma non per Mazda. L'approccio dei giapponesi in questo caso potrebbe essere riassunto così: tutto subito, su tutti i modelli, senza alcuna rinuncia. Ed è così che sulla piccola Mazda2 troviamo tutto quello che ci coccola sulla mamma Mazda6.

 

Il sistema multimediale è lo stesso, veloce e intuitivo. C'è un bel display in stile tablet e il comando HMI a manopola, proprio come sulle auto di lusso (mi ricorda l'iDrive BMW?). Ma l'elenco continua, con una lista di accessori di solito lontani dalle citycar. Su Mazda2 ho trovato un head-up display, dove vengono riportate tutte le informazioni utili a portata di sguardo, e addirittura fari full led. Nessuna concorrente diretta li offre. E poi non manca nemmeno un occhio di riguardo per la sicurezza, con features di livello. In città veglia su di noi lo sguardo vigile della frenata automatica di emergenza e se i parcheggi non sono il vostro forte arriva in soccorso un sistema che rileva eventuali pericoli in manovra. Ma ci sono anche il monitoraggio degli angoli ciechi, gli abbaglianti assistiti (si spengono e si riaccendono automaticamente in base alla presenza o meno di altri veicoli) e il sistema che avvisa nel caso di un abbandono involontario di carreggiata. Insomma c'è di tutto e di più, come su un'auto di rappresentanza, ma... in formato tascabile! Non dimentichiamoci del prezzo però. Con la nuova Mazda2 si parte da un minimo di 14.000 euro (Il nostro esemplare full optional, completo di tutte le tecnologie di sicurezza i-Activsense e di interni in pelle, sfiora i 20.000...). Perché tanto lusso e unicità si pagano, anche se bisogna ammettere che con quest'auto Mazda ha veramente sconfinato nel mondo premium.

Mazda2 mi racconta la sua noblesse anche mentre la sto guidando. Questa è una delle pochissime citycar, se non l'unica, per cui ha senso parlare di piacere di guida. Anche in questo caso la piccola di casa si conferma una vera e autentica Mazda. Fino all'ultima vite. Proprio come sul diamante di famiglia, la MX-5, la roadster più venduta al mondo, anche sulla piccola Mazda2 c'è stata una ricerca quasi ossessiva per la leggerezza. E da quando esiste il mondo minor peso, anche a parità di prestazioni, significa miglior piacere di guida. Quando trovo conferma alle mie sensazioni nella scheda tecnica rimango a bocca aperta. La piccola giapponese arriva a pesare anche 100 kg in meno rispetto alle sue rivali. In pratica è come se le altre citycar si portassero sempre a spasso un 450 da cross nel bagagliaio...

 

Mentre gli acciai ad alta resistenza, gli stessi che si utilizzano sulle auto di alta gamma, si occupano di non compromettere la sicurezza, le tecnologie Skyactiv, sempre anti-convenzionali, mettono la ciliegina sulla torta. Io le ho assaggiate con il nuovo motore 1.5 Skyactiv-D turbo diesel. 105 CV di potenza - niente male per una piuma come la Mazda2 - con consumi irrisori e un pizzico di divertimento. In media siamo rimasti sui 5,5 l/100 km, ma senza rinunce. Con uno stile di guida più accorto si superano senza problemi i 20 km/l.

 

Ma quindi la Mazda2 è l'utilitaria definitiva? "The ultimate citycar", come direbbero gli americani? Per molti aspetti - anzi, quasi tutti - sì. Però anche lei ha qualche piccolo neo, anche se lo sa nascondere molto bene. L'unico, vero, è il bagagliaio, che deve fare i conti con la ricerca di un design originale e che quindi non risulta grandissimo e presenta un gradino che non offre una soglia di carico piatta. 280 litri non sono di certo un record per la categoria, ma è comunque un risultato nella norma. In compenso la forma molto squadrata del vano, grazie all'assenza dei passaruota, lo rende ben sfruttabile.



Clicca sul video e spostati con il mouse per vedere a 360° gli interni della nuova Mazda2. Se hai uno smartphone o un tablet, per godere pienamente dell'esperienza apri il video nell'app di Youtube cliccando qui.